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PANETTONE O PANDORO: QUESTO È IL DILEMMA

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Sia più nobile al palato sopportare canditi, uvetta e frutta del panettone, o combattere contro lo zucchero a velo impalpabile del pandoro!

Ormai il clima di Natale ha insaporito le ricche vetrine delle pasticcerie, oltre ad aver invaso i banchi di ogni supermercato italiano.
Di fronte ogni tipo di golosità, però, siamo certi che aleggi sempre un dubbio: meglio il panettone o pandoro? Una rivalità senza eguali quella tra panettone e pandoro, responsabili di aver diviso coppie solidissime, di aver incrinano amicizie secolari e di aver aperto faide famigliari.
Gli ingredienti sono molto diversi, tanto da intaccare la forma, il gusto e la consistenza dei due dolci: il panettone ha forma tonda, mentre il pandoro ha la tipica silhouette stellata; l’esterno del panettone è scuro e croccante, a differenza del soffice e zuccherino pandoro, il panettone tradizionale è ricco di uvetta e frutta candita, l’impasto del pandoro è vanigliato e zuccherato .
Anche le origini dei due dolci sono molto lontane, a partire dal luogo di nascita.
Se non le conoscete ancora, leggetele insieme a noi!

  • Da Milano…
    Si narra che un certo Toni, garzone di Ludovico il Moro a Milano, durante il pranzo della vigilia di Natale sostituì un dolce bruciato del cuoco con del pane condito con ciò che aveva a disposizione: frutta secca.
    Lo stesso Toni ci viene presentato in un racconto alternativo, che lo vede fornaio e padre di Adalgisa, figlia talmente bella da aver conquistato il nobile Ughetto Atellani. Quest’ultimo, conoscendo le terribili condizioni economiche in cui versava il forno, per conquistare la fanciulla preparò pane dolce con uvetta e frutta secca che riscosse immediatamente grande successo.
    Entrambe le storie ci spiegano l’etimologia del nome: “Pan del Toni”, da cui “panettone”.
  • … A Verona
    Il Pandoro ha ben altra origine e si alimenta da un’ altra leggenda.
    Per ricostruire la storia del dolce veronese, dobbiamo recarci fino alla Venezia rinascimentale: si racconta che, in quell’epoca di grande ricchezza, i dolci venissero ricoperti da foglie di oro zecchino.
    D’altro canto, è più probabile che il pandoro sia il degno erede del “nadalin”, un dolce preparato proprio a Natale in tutte le case veronesi.

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